Sempre più spesso in alcuni settori (soprattutto nel mondo digitale), si sente parlare del modello “as a Service” e dei suoi vantaggi.
Per chi non ha familiarità con la dicitura, si ritroverà spesso ad avere a che fare con delle sigle che più o meno recitano come: SaaS, PaaS, IaaS, e tante altre.
Ma nello specifico, di cosa si tratta? Vediamolo insieme!
Cos’è il modello “as a Service” e come funziona?
Tutte le sigle che finiscono per “as a Service” indicano un modello di distribuzione di un prodotto o servizio, basato sulla fruizione tramite abbonamento, senza che il cliente finale debba curarsi di tutti gli aspetti tecnici che sono alla base.
Molto in voga nel settore informatico, sta prendendo piede anche in altri settori, in quanto si tratta di un sistema di vendita molto efficace, facilmente scalabile, modulare e adatto ad ogni esigenza.
La flessibilità del modello “as a Service” permette ai clienti finali di fruire dello stesso prodotto/servizio indipendentemente dalle loro esigenze, pagando un costo rapportato al volume o al tempo di utilizzo.
Un esempio alla portata di tutti è lo spazio in cloud: iCloud o Google Drive, che potrebbero essere definiti come piattaforme di Storage as a Service. I clienti possono aderire a diversi piani in abbonamento: da quello gratuito con alcuni megabyte di spazio, fino a quelli a pagamento che prevedono dei pacchetti più onerosi in base allo storage a disposizione. La piattaforma è la stessa, ma vengono soddisfatti diversi tipi di utilizzi, da quello personale a quello enterprise.
In questo caso il cliente finale non dovrà preoccuparsi di acquistare dischi, collegarli, trovargli un posto in casa (e cercare di non perderli) e stare attenti a non danneggiarli: ci pensa il fornitore del servizio. In qualsiasi momento si può disdire l’abbonamento per smettere di usufruire dello storage aggiuntivo.
Vantaggi del software Model as a Service
Come abbiamo già visto, questo modello ha numerosi benefici.
Uno dei principali punti a favore è legato al fatto che il cliente finale non ha più pensieri: acquista il suo abbonamento e si concentra su altro. Può trattarsi di un privato che si abbona a servizi per necessità o per svago, ma può anche essere un’azienda che necessita di strumenti di lavoro, come software, gestionali, storage, server e tanto altro.
Altro vantaggio fondamentale è la possibilità di avere a disposizione dei piani scalabili in base alle proprie esigenze del momento. In un mondo sempre più dinamico, che cambia molto velocemente, è importante che anche la fruizione di prodotti e servizi segua queste repentine variazioni, permettendo al fruitore finale di poter decidere in ogni momento di fare un upgrade, togliere pacchetti o disdire l’abbonamento.
Ultimo, ma non per importanza, c’è il discorso della modularità della piattaforma: chi propone un “aaS” non deve preoccuparsi di fornire ad ogni cliente un servizio personalizzato, ma adegua l’infrastruttura in base a delle esigenze “comuni”. Questo permette un grosso risparmio di tempo e risorse, che vengono solitamente investite per migliorare la qualità dei processi e porre attenzione alla customer care.
Alcuni esempi
Non ce ne accorgiamo, ma nella nostra vita quotidiana siamo circondati di “as a Service”, proviamo a fare qualche esempio:
Piattaforme e infrastrutture: Amazon AWS
Amazon, famoso per il suo marketplace di prodotti con consegna in un giorno, in realtà è anche un big player nella fornitura di server, cloud e hosting. I suoi pacchetti infatti sono scalabili in base alle esigenze, possono essere in qualsiasi momento potenziati, modificati o dismessi. Amazon fornisce un intero ecosistema che può andare dal semplice “noleggio” di server, che il cliente potrà gestire a suo piacimento, fino alla fornitura di servizi “managed” dove sono compresi anche installazione, configurazione, manutenzione, aggiornamenti e disaster recovery. Come sempre, in cambio di un abbonamento mensile, il cliente ha in mano un’infrastruttura già pronta all’uso, senza doversi occupare di quello che c’è dietro
Software e App: Adobe, Office, ecc.
Nell’utilizzo di tutti i giorni ci sono molti software che fino a qualche anno fa prevedevano acquisto e installazione one-time, ed ogni aggiornamento doveva essere acquistato a parte. Ad oggi, invece, molti software vengono distribuiti su licenza periodica (mensile o annuale) e l’utente non ha più la necessità di acquistare ogni volta nuove versioni o nuove licenze, e se vuole avere più o meno pacchetti può farlo in pochi semplici step. E’ il caso della suite Adobe, degli antivirus, del pacchetto Office e di molti altri programmi sia per desktop che mobile.
WebApp: dove il modello as a Service regna sovrano.
Se lavori un po’ con il computer o hai un’attività, avrai sicuramente sentito parlare di uno di questi software: FattureInCloud, Trello, Asana, ClickUp, DropBox, Todoist, Gmail, Shopify, Toggl, WeTransfer, Heroku, e tanti tanti altri. Sono solo alcuni dei software distribuiti sotto forma di Software as a Service, con pacchetti solitamente anche gratuiti (per uso personale) che rispondono alle esigenze che vanno dal freelance, al piccolo team, a grosse aziende e multinazionali.
Consulenti, tecnici e interi team
Sempre più aziende decidono di mettere a disposizione le proprie competenze “in abbonamento”, per venire incontro alle esigenze dei propri clienti. E’ il caso anche di consulenti, tecnici e interi team, che “vendono” il loro know-how in base alle necessità, in modo da evitare al cliente il costo di uno o più dipendenti interni, specie quando si tratta di lavori altamente specializzati o che vengono utilizzati per brevi periodi.
In conclusione
In un mondo sempre più dinamico e frenetico, dare la possibilità ai nostri clienti di usufruire di prodotto e servizi in maniera innovativa e scalabile è la soluzione migliore per ridurre i costi e migliorare la produttività, con la possibilità di risparmiare tempo e denaro da poter dedicare a ricerca e sviluppo o alla cura delle interazioni con i clienti, per rispondere alle loro necessità, ascoltare i loro bisogni e fidelizzarli nel migliore dei modi.
Sperimentare è la via migliore per capire se questo modello è applicabile non solo nel settore informatico, ma anche in altri ambiti differenti, per provare a portare qualcosa di innovativo nel proprio business.