Con la larga diffusione dei provider che forniscono servizi di hosting, la scelta è diventata sempre più ampia. Scegliere l’hosting più adatto alle nostre esigenze è diventato un compito arduo, specie se non si hanno competenze in materia.
Cominciamo: hosting e dominio NON sono la stessa cosa
Nel gergo lessicale è divenuta consuetudine utilizzare l’espressione “devo acquistare il dominio” riferendosi a tutto il pacchetto necessario ad ospitare un sito internet. È il primo motivo di incomprensione tra le digital agencies ed i clienti.
Che cos’è un dominio?
Facciamo chiarezza: il Dominio è un indirizzo attraverso il quale i visitatori possono trovare il nostro sito web. È composto da una stringa di testo alfanumerica (di recente sono state introdotte le lettere accentate), di massimo 256 caratteri, intervallata da punti che ne caratterizzano i “livelli”, definiti in ordine numerico da destra verso sinistra.
Facciamo subito un esempio:
Durante l’acquisto di un dominio dobbiamo dotarci di pazienza e cercare una combinazione “disponibile” (in quanto si tratta di indirizzi univoci), tenendo conto del primo e del secondo livello. Il terzo livello (detto anche sottodominio), solitamente si utilizza per definire le diverse aree del sito (shop.miosito.it, blog.miosito.it, ecc.), ma è un parametro configurabile in un secondo momento.
L’eterno dilemma: qual è l’hosting più adatto alle tue esigenze?
Per scoprire qual è l’hosting più adatto alle tue esigenze, devi conoscere prima di cosa si tratta. L’Hosting è lo spazio sul quale risiedono i file e le cartelle del sito internet e verso il quale punta il dominio. Con la costante evoluzione dei linguaggi di programmazione e il progressivo abbassarsi dei costi dei supporti di memorizzazione, anche i pacchetti minimi di hosting sono stati ampliati. Qualche anno fa si parlava di centinaia di megabyte (per siti in semplice HTML erano più che sufficienti). Attualmente si parla quasi sempre di almeno un giga di spazio minimo. Se parliamo di un e-commerce con centinaia di prodotti e relative foto, ci stiamo addirittura stretti! Questo per permetterti di scegliere l’hosting più adatto alle tue esigenze.
Che cos’è un database?
Menzione a parte va per il Database, che dai meno esperti è quasi sempre trascurato, ma che fa parte in modo massiccio di ogni pacchetto che si rispetti.
Il Database o Base Dati o Banca Dati, è in breve quel luogo misterioso dove vengono salvati i dati necessari all’utilizzo del sito (dati utenti, schede prodotti, contenuti del sito, storico ordini, ecc.)
Passiamo a qualcosa di più tecnico: il sistema operativo
Pensando ai server web come dei comuni computer da ufficio. Essi necessitano dell’installazione di un sistema operativo, che permette le funzionalità di base e l’installazione dei programmi necessari ad eseguire gli script dei siti web.
La scelta ricade su due principali concorrenti: Windows (Windows NT, Windows Server) e Linux (CentOS, Fedora, Ubuntu, RedHat, Debian, ecc.)
Contrariamente a quanto possano pensare i profani del settore, il sistema più adatto ad ospitare la grande maggioranza di piattaforme di uso comune non è Windows (che è più adatto ad un uso “desktop”) ma Linux!
Sistemi come WordPress, Prestashop, Magento ed altri di uso comune, funzionano ugualmente su entrambi i sistemi operativi, anche se la piattaforma su base UNIX è sempre preferibile.
Parliamo di server: VPS, Cloud, Shared Hosting… cosa cambia?
Per parlare in maniera sintetica di questo argomento paragoniamo queste tipologie di hosting/server ad un’abitazione:
Hosting Condiviso o Shared Hosting = appartamento in un condominio
L’hosting condiviso può essere associato ad un’abitazione all’interno di un palazzo.
Il condominio rappresenta il server fisico. I diversi appartamenti figurano come gli hosting di diversi clienti. Essi condividono la struttura, l’ingresso, la portineria, le scale, le pareti, il tetto (processore, RAM, hard disk e altro hardware del Server).
Questo tipo di soluzione è ideale per progetti di piccola entità, dove l’unica necessità è mettere online il sito senza preoccuparci troppo del traffico, delle configurazioni o di altri aspetti tecnici.
VPS Virtual Private Server = villetta a schiera
Immaginiamo un contesto di villette a schiera, dove le diverse unità abitative condividono soltanto la struttura principale, ma hanno ingressi, tetti, scale e giardino separati. E’ più o meno quello che succede con un VPS: su un server fisico vengono installati più server virtuali, che per molti aspetti sono indipendenti tra loro. Ad ogni client viene dedicata una porzione di CPU, di memoria disco e di volume di traffico. Si ha a disposizione un sistema completamente configurabile in base alle proprie esigenze (installazione di programmi e/o pacchetti, aggiornamenti, crontabs, ecc.). Inoltre ogni “villetta” è frazionabile in più appartamenti limitatamente allo spazio a disposizione.
Questa soluzione si utilizza principalmente per progetti di media complessità, che necessitano di applicazioni o impostazioni particolari, non presenti negli hosting condivisi, che sono concepiti in maniera più “standard”.
Server Dedicato = villa con piscina
Il server dedicato ha dei costi non proprio alla portata di tutti. Infatti, il suo utilizzo è giustificato in caso di applicazioni con grosse moli di traffico ed elevata complessità, che non possono dipendere da strutture fisiche condivise con altri “ospiti”, ma che devono essere indipendenti e facilmente gestibili in totale autonomia. Il server dedicato è una macchina fisica a completa disposizione dell’utilizzatore. È possibile configurarla secondo le proprie esigenze e solitamente viene corredata di un’assistenza dedicata, per ottenere sempre il massimo senza mai avere problemi.
Il server dedicato è il non plus ultra in termini di efficienza. Si utilizza per applicazioni estremamente complesse e delicate, che hanno bisogno di un’infrastruttura potente e configurabile in ogni suo aspetto, sia hardware che software.
Cloud Hosting = catena alberghiera
Il cloud hosting sta entrando in maniera massiccia nelle applicazioni di utilizzo giornaliero. La sua crescita esponenziale è dovuta al fatto che le grosse multinazionali nel settore informatico stanno investendo molto in questa tecnologia (Facebook, Google, Microsoft, Apple, Amazon, ecc.), permettendo di fruirne in maniera sempre più facile e con costi accessibili.
Possiamo paragonare il cloud hosting ad una catena alberghiera o ad un villaggio turistico. Abbiamo a disposizione una serie di strutture interconnesse tra loro di diverse forme e dimensioni, che si adattano in base alle esigenze del nostro progetto. Le risorse non utilizzate vengono momentaneamente “cedute” a chi ne ha bisogno. Mentre in caso di picchi di traffico il nostro hosting si adatterà alla circostanza, evitando interruzioni del servizio al superamento delle soglie prestabilite dal provider.
Il cloud hosting sta prendendo piede per la sua scalabilità. Infatti, è adatto sia a piccoli progetti mirati alla crescita, sia a sistemi complessi che hanno la necessità di adattarsi alle continue ondate di traffico a causa dell’intenso utilizzo (come i grossi marketplace nei periodi di forti sconti o sistemi della pubblica amministrazione in determinate scadenze).