Provo a sintetizzare in due righe quanto affermo: il valore della condivisione risiede nell’unire competenze specialistiche ed esperienze, sapientemente riassunte e messe a disposizione di tutti, con la consapevolezza che tutti ne trarremo un vantaggio reciproco.
Condividere informazioni, esperienze e modelli operativi con le persone e le organizzazioni coinvolte nel creare valore, quindi profitto, in ambito aziendale aggiunge valore al valore.
La questione è che non è un tipo di attitudine scontata, tutt’altro.
Prima di arrivare alla condivisione, che è una attività che deve essere anche costruita, è necessario acquisire la consapevolezza che sia un’attività utile per tutti.
La condivisione genera valore per tutti
Partiamo da presupposto che, pur essendo un argomento trasversale, che coinvolge ogni tipo di attività, in questo caso il discorso è sulla digitalizzazione delle aziende, pur restando ampio gli strumenti presi in considerazione sono, appunto digitali; vero è che tra questi rientrano gli smartphone, di conseguenza il coinvolgimento sociale non è di poco conto.
La prima paura che dobbiamo affrontare è quella che ci vengano “fregati” i clienti.
Il problema è, per come sono messe le cose in questo momento, che è un rischio concreto, per il semplice fatto che la domanda di attività digitali, pur essendo notevolmente aumentata negli ultimi 2 anni, rimane di molto inferiore all’offerta.
In realtà questa affermazione andrebbe approfondita; spesso il cliente non sa quali siano i suoi bisogni reali, quindi non sa cosa chiedere e i fornitori pensano di poter offrire qualsiasi servizio digitale a qualunque “costo”.
Il termine “costo” è virgolettato perché non va inteso come puro parametro economico ma come, compromesso, sforzo, livello, capacità, tempistica, ovvero tutti parametri che pesano notevolmente sul risultato finale ma sono difficilmente quantificabili.
L’unico modo per superare questa condizione è fare in modo che la Cultura Digitale cresca per TUTTI, operatori e committenti.
Spiace dirlo ma dobbiamo recuperare il ritardo che abbiamo accumulato dagli anni 80 ad oggi, c’è un bellissimo libro scritto da un professore di matematica statistica, Andrea Capussela, “Declino” Un fenomeno italiano, che lo dimostra in modo inequivocabile.
Quindi come primo step dobbiamo acquisire questa consapevolezza, e da questa ripartire.
Un vantaggio per tutti
Per accelerare il processo di acquisizione è necessario che ognuno metta a disposizione la sintesi della propria conoscenza.
La tecnologia, le soluzioni e i metodi che in modo esponenziale si stanno proponendo sul mercato, vanno più veloci della capacità di apprendimento dei singoli, quindi è necessaria la condivisione per restare al passo, non faccio riferimento solo alle ultime tecnologie di Intelligenza Artificiale, Realtà aumentata, 3D, IOT, ma anche alle tradizionali soluzioni applicate ai modelli operativi, che devono essere sempre più performanti e quantomeno in linea con la concorrenza.
Lo stesso ragionamento si deve applicare ai modelli commerciali di Marketing che sono soggetti a mode e trend anch’essi in continuo mutamento.
Aggiungerei che lo stesso panorama si prefigura con gli strumenti informatici, sempre più ricchi di funzionalità e scorciatoie ma, proprio per questo, poggiano in modo massiccio sull’esperienza degli utilizzatori (esperienza=tempo).