Perché si deve parlare di digitale sostenibile?
Questo articolo si focalizza su uno dei tanti aspetti che riguardano la sostenibilità energetica digitale. Cercheremo di dare dei consigli su come realizzare un sito web ottimizzato e che sia rispettoso verso l’ambiente, oltre che verso gli utenti. Anzi, un sito pensato per essere pulito aiuta gli utenti stessi a rendersi utili al Pianeta, anche quando non lo sanno.
Cosa rende inquinante un sito web
Avrete già sentito e letto in altre occasioni di come anche il mondo digitale inquina, e pure parecchio, nonostante la sua immaterialità.
Dato che non si vedono direttamente gli effetti negativi dell’inquinamento digitale, non ci si rende conto dell’impatto di comportamenti spesso attuati con leggerezza: pubblicare in continuazione sui social, condividere contenuti, chattare, guardare video, inviare mail… Montagne di dati e dati che ogni millisecondo viaggiano tra server e data center in diversi luoghi della Terra e che per essere trasferiti (ma anche mantenuti) hanno bisogno di energia. Tanta energia che ancora in maggior parte proviene da fonti non rinnovabili.
Si usano spesso i termini “carbon / water footprint” per paragonare quanto un comportamento digitale influisce sull’ambiente come qualsiasi altra attività umana (guidare molti km, preparare la cena, tenere le luci accese per un periodo di tempo, e via dicendo).
Poiché ci sono già molti articoli che trattano l’argomento in modo approfondito, qui non parleremo dei tanti dati sconcertanti rilevati e rivelati ogni anno da esperti e ricercatori.
Daremo consigli utili su come ottimizzare un sito web in ottica di risparmio energetico, non per farci belli e bravi agli occhi di PageSpeed Insights, ma per fare in modo che i tanti portali esistenti (e nascenti, a seguito dei due anni di pandemia) possano essere migliorati e avvicinarsi il più possibile a avere un’impronta eco-sostenibile.
Consigli pratici su come realizzare un sito web ecologico
Proseguiamo quindi con la lista delle attività che è possibile attuare per rendere sostenibile e meno inquinante un sito web.
I primi 4 consigli riguardano aspetti legati alle parti più tecniche, che influiscono direttamente sulle metriche di successo analizzate dai browser e segnalate da strumenti come PageSpeed Insights, GtMetrix, Pingdom, ecc.
I motori di ricerca stanno alzando sempre più l’asticella per soddisfare le aspettative degli utenti e fornire loro una navigazione veloce e meno dispendiosa dei contenuti. Questa velocità, guadagnata togliendo risorse inutili e servendone altre in maniera più attenta, garantisce uno spostamento minore di dati e quindi meno spreco di energie da parte dei server.
Gli altri punti sono attività e accortezze più indirette e meno tecniche, ma che se ben implementate possono portare ottimi risultati. Iniziamo.
1) Affidarsi a infrastrutture e piani di hosting efficienti, meglio se anche green
Parlare di hosting è come parlare delle fondamenta di un sito web e di tutto quello che ci gira attorno. Chi sceglie un buon provider per il proprio hosting è già a metà dell’opera perché ha la garanzia che le macchine:
- sono preparate appositamente per piani diversificati su più tipi di progetti,
- vengono aggiornate spesso e mantenute in buone condizioni
- sono gestite da personale competente (e un buon supporto fa comunque sempre bene).
Tutto questo assicura un uso ottimale delle risorse e una fruizione più veloce dei dati e, inoltre, quando anche le macchine stesse sono realizzate con parti certificate e di qualità, permettono minori consumi di gestione e del mantenimento stesso dell’impianto (raffreddamento, alimentazione, reattività dei processi, ecc.) e possono essere configurate per risparmiare energia laddove possibile.
Ultimamente stanno prendendo piede anche i green hosting, che per il loro funzionamento usano esclusivamente energia che proviene da fonti rinnovabili. Questi hosting smaltiscono le apparecchiature in modo sicuro e in alcuni casi i server stessi sono costruiti con parti di riciclo derivanti da altri server dismessi.
I green hosting, tra le altre cose, possiedono un certificato di energia rinnovabile che oltre a garantire il loro stato di sostenibilità, li rende partecipi in progetti ecologici che sostengono attività per combattere le emissioni di CO2, come il rimboschimento delle foreste.
2) Cercare il più possibile di rispettare i Core Web Vitals e ridurre i tempi di caricamento
Da qualche anno si sente parlare dei core web vitals, cioè i parametri “vitali” con cui Google monitora la performance di un sito per capire se è ottimizzato o meno per la fruizione da parte degli utenti.
Tra i parametri non vitali (ma comunque importanti) è indicato proprio il tempo di risposta del server: perciò parlavamo di “fondamenta”. Infatti un server lento influenzerà direttamente e in modo negativo gli altri parametri, tra cui quelli considerati di primaria importanza (FCP, FID e CLS).
Facendo una scansione con lo strumento di PageSpeed Insights, verranno listate tutte le criticità che è possibile risolvere dal punto di vista tecnico e cosa fare per poter migliorare sui diversi fronti.
I suggerimenti spaziano tra:
- il caricamento dei codici,
- l’uso dei font,
- indicazioni di caching,
- uso ponderato di risorse di terze parti,
- ottimizzazione delle immagini
e molto altro, il tutto spiegato nei minimi dettagli dal team di WebDev.
Facciamo notare che da un anno a questa parte i parametri analizzano prima la performance sui dispositivi mobili, e quindi è molto importante avere siti web che si adattino correttamente su più schermi, grazie alla tecnologia responsive.
E se il sito non ha particolari funzionalità e contiene più che altro contenuti statici, è possibile valutare anche la creazione di pagine AMP fruibili esclusivamente da mobile, in modo da lasciare agli utenti solo ciò che è fondamentale e realmente utile.
3) Immagini e video devono essere compressi e rimandati all’effettivo utilizzo
Nelle scansioni performance quasi sempre vengono segnalati i contenuti visuali, in quanto elementi più pesanti di una pagina web; in particolare proprio immagini e video possono essere responsabili di tempi di caricamento tremendamente lunghi.
Come alleggerire i contenuti più pesanti?
I parametri su cui bisogna focalizzarsi sono:
- Dimensioni: è inutile caricare immagini e video grandi migliaia per migliaia di pixel quando le dimensioni degli spazi di visualizzazione sono ridotte (soprattutto su smartphone e tablet). Se usate foto di stock, a meno che non vi servano per la stampa o scopi particolari, non serve acquistare i formati più grandi (o gli originali).
Per una soluzione più tecnica si può usare il con gli attributi sizes e srcset, che permettono di caricare immagini diverse (e con diversi tagli) a seconda delle dimensioni dello schermo usato. - Peso (senza perdere qualità): l’ideale è usare tecnologie e formati moderni compressi (come il WebP per le immagini), per dare ai browser alternative più leggere con caricamenti rapidi.
Per i video consigliamo di evitare i FullHD, perché pesano, usano molta energia e se la rete non è buona daranno problemi di buffering (quindi fate attenzione a dove li inserite). Una qualità intermedia avrà comunque un buon risultato di comunicazione. - Quantità: a meno di non essere fotografi o artisti che usano il sito come portfolio, è meglio non esagerare perché troppi stimoli sono controproducenti e più il numero di risorse aumenta più aumenta anche il tempo di caricamento. Saper usare le immagini giuste nei punti giusti è molto più fruttuoso.
- Caricamento: una buona pratica è usare il lazy load, cioè il caricamento differito per quelle immagini e le anteprime dei video che non si trovano nella parte alta della pagina visualizzata e subito visibile dagli utenti (il cosiddetto “above the fold”). Per i video è possibile usare anche un segnaposto che caricherà il filmato solo al momento del click effettivo dell’utente. Questo evita di far caricare codici e script senza motivo.
4) Attivare la cache delle risorse e valutare l’utilizzo di CDN
Servirsi della cache significa dare al browser risorse già pronte per essere visualizzate, avendole già scaricate in precedenza. Tramite le direttive nel file .htaccess del sito, è possibile istruire i motori di ricerca su quanto tempo mantenere salvati i diversi tipi di elementi (font, contenuti, codici, …).
Oltre a ciò, è possibile utilizzare librerie o plugin (tra quelli WordPress ce ne sono alcuni molto validi) che se configurati correttamente garantiscono un’archiviazione persistente delle pagine, anche in versione mobile.
Se gestite un sito multilingua rivolto ai Paesi in diverse parti del mondo, un buon modo per fornire le copie in cache del proprio sito è quello di attivare una CDN, che si occuperà di servire le risorse necessarie dai server (della propria rete) più vicini al Paese dell’utente, facendo guadagnare tempo e risparmiare energia.
5) Un sito ecologico deve essere user friendly e facile da navigare
Un sito green ha anche un design green, che aiuta l’utente a trovare velocemente ciò che cerca in combinazione a un’esperienza piacevole e senza sprechi di risorse. È importante:
- che la navigazione sia chiara, semplice e intuitiva, da mobile come da desktop
- creare contenuti comprensibili, che aiutino gli utenti durante il percorso tra le pagine
- avere un design pulito e piacevole senza elementi disturbanti, con call to action uniche e ben definite.
- che gli elementi abbiano una gerarchia visiva attentamente studiata.
Per quanto riguarda i testi devono essere ben formattati, con titoli in ordine di importanza, listati che facilitano la lettura e un buon bilanciamento di pesi tra elementi e sfondo. - creare una struttura ben organizzata delle url in un menù ordinato, evitando pagine nascoste o orfane che confonderebbero gli utenti (e li porterebbero a abbandonare il sito).
Questo dipenderà anche da quanto e come sarà pianificata la strategia SEO seguita.
Come tocco in più si può prevedere anche l’uso della dark mode, che abbassa i livelli di luminosità degli schermi facendo risparmiare la batteria dei dispositivi. E dà conforto agli occhi di chi guarda il sito nelle ore con poca luce (anche questo garantisce una buona user experience).
6) Dare importanza alla buona SEO: farete evitare infinite ricerche agli utenti
Per indicizzare i siti web e sapere di che cosa si occupa ciascun portale, i motori di ricerca usano dei programmi (crawler o bot) che effettuano le scansioni.
Vi raccomandiamo:
- di creare sempre il file robots.txt contenente le direttive per escludere dalle scansioni determinate cartelle del sito, possibilmente diversificando per crawler (es. yandex per siti con lingua russa);
- di fornire una o più sitemap con le url che devono essere scansionate, escludendo quelle non rilevanti a creare traffico organico. Ciò evita ai bot di vagare a caso tra le pagine. Nel caso della Search console di Google è possibile inviare la/le sitemap prima, per “forzare” e aiutare la scansione;
- di prestare attenzione ai codici di risposta delle url: indicare nella sitemap solo le pagine canoniche con status di risposta 200. Se sono presenti dei link che generano 404 nel sito, bisogna assolutamente corregerli con quelli giusti per evitare di far caricare inutilmente pagine vuote. Le url già indicizzate nella SERP possono essere corrette con gli appositi 301 (o al limite con i 410);
- di gestire propriamente il tag meta robots delle pagine con appositi noindex – nofollow e valutare attentamente i rel nofollow sui link che non volete che i bot seguano, soprattutto su quelli diretti a siti esterni a cui non volete far passare trust.
Va detto che i browser stessi si danno un limite di tempo per le scansioni, quindi una strategia SEO è essenziale per dare più informazioni possibili in quel poco tempo (in gergo crawl budget). Influirà anche su un minore inquinamento del web, poiché gli utenti che trovano subito i risultati probabilmente eseguiranno meno ricerche: gli ultimi studi ci dicono che ogni ricerca web immette nell’atmosfera circa 7g di CO2. Quindi per il bene di tutti aiutate gli utenti a trovare ciò che cercano.
7) Se avete un blog, scrivete gli articoli in locale e seguite un calendario editoriale
Chi fa blogging sa che avere un calendario editoriale permette di scandire e programmare meglio il momento in cui documentarsi, scrivere, pubblicare e magari condividere sulle varie piattaforme social. Essere organizzati e saper gestire il proprio tempo sul web permette di essere più ecologici rispetto a ricerche e bozze improvvisate, più dispendiose in termini di tempo.
Un secondo consiglio pratico è quello di preparare il contenuto in locale sul proprio pc, e metterlo online (o passarlo all’editore) solo in prossimità della pubblicazione. In questo modo si evita di creare contenuto aggiuntivo sul server, che altrimenti sarà costretto a salvare le revisioni e a mantenere i dati fino alla pubblicazione (e a volte anche oltre se non si elimina il documento)
8) Tenere il sito aggiornato e pulire i contenuti non più utilizzati e obsoleti
Sembra ovvio ma non lo è. Il web è pieno di contenuti obsoleti, di immagini vecchie e di articoli vecchissimi, ormai fuori tempo e luogo. Capita spesso che tra i media di un sito vengano ritrovate le prime versioni del primo logo, o articoli di presentazione di un’azienda la cui ragione sociale è cambiata da oltre 10 anni… e forse anche i dati degli utenti, raccolti ormai da oltre 6 anni (in totale conflitto con il GDPR).
Le pulizie di primavera si fanno anche sui siti. È inutile mantenere a oltranza tutti quei contenuti vecchi che occupano spazio prezioso sui server: se è solo per nostalgia basta salvarli su una chiavetta USB, è sicuramente più sostenibile.
Lo stesso discorso vale anche per i provider: siti non più esistenti, vecchie versioni di sistemi operativi, di framework, di strumenti per la gestione dati… Loro sono i primi che hanno interesse a mantenere tutto aggiornato, perché un sistema vecchio è anche un sistema vulnerabile, e gli attacchi informatici sono più frequenti di quello che si pensa.
Un provider competente lo riconoscerete anche per questo, e suggeriamo caldamente di ascoltarlo se si vuole mantenere il proprio sito in salute, oltre che green.
9) Rispettare le norme della privacy e valutare se servono davvero tutti i codici di tracciamento inseriti
Bisogna pensarci bene: servono davvero tutti quei codici di tracciamento? Script di profilazione di piattaforme su cui magari non si ha nemmeno una strategia di comunicazione definita, o codici che non servono più o servivano solo per gli A/B test iniziali.
Codici che spesso bloccano il caricamento delle pagine del sito, e che peggiorano i vostri test di performance perché non hanno una buona gestione della cache (suona familiare?).
Installare codici di tracciamento è una lama a doppio taglio. Perché se è vero che per le strategie di marketing serve sapere cosa fanno gli utenti con il vostro sito, non per forza bisogna raccogliere tutti i dati possibili e immaginabili. Anche perché, a livello di impatto energetico sul web e sui server, il flusso di dati raccolti e sommati di tutti gli utenti che visitano le vostre pagine può essere davvero ingente: usare con cura.
Ottimizzare per un ecosistema sostenibile: crea il tuo sito green
Con tutte le nuove tecnologie che avanzano in un mondo sempre più informatizzato, sta a noi e ai nostri comportamenti decidere in che direzione proseguire, per poter vivere in un ecosistema digitale che sia correttamente bilanciato con quello naturale, garantendo al Pianeta il maggior supporto possibile.
Recentemente stanno nascendo anche delle fondazioni e associazioni che cercano di compensare i consumi del web con progetti innovativi che riguardano l’energia proveniente da risorse rinnovabili e piani di rimboschimento e sostenibilità ambientale. I percorsi umani dovranno andare sempre più in queste direzioni se vogliamo davvero fare la differenza.
Con questo articolo speriamo di avervi dato gli spunti principali da cui partire per costruire o rendere un sito web più sostenibile; sono gli stessi che seguiamo anche noi in ogni progetto.